10 STRATEGIE PER LITIGARE IN MODO COSTRUTTIVO
Ci sono persone che evitano le discussioni perchè temono di deteriorare la relazione.
Altre, al contrario, utilizzano il litigio di frequente, ma solo per sfogare tensione, rabbia, frustrazione.
In entrambi i casi, l’effetto sulla relazione è negativo.
Nel primo caso succede che, per evitare i litigi, si finisce con l’assecondare l’altra persona e non esprimere i propri bisogni, accumulando di conseguenza insoddisfazione e frustrazione.
Nel secondo caso, la rabbia prende il sopravvento e si tende a proferire accuse, alzare la voce, non ascoltare l’altro, attivando sentimenti di colpa e risentimento reciproci.
Esiste tuttavia una terza via percorribile, che permette di trasformare il conflitto in un’occasione utile di crescita, sia per sé che per la relazione.
Come sostiene lo psicologo Erik H. Erikson, grazie al conflitto l’individuo acquista la forza necessaria per passare allo stadio di sviluppo psichico successivo.
Ho stilato, dunque, una lista di 10 strategie per imparare a trasformare le liti in momenti utili e costruttivi.
1) Non evitate il conflitto
Molte persone non riescono a parlare apertamente di ciò che non piace dell’altro: comportamenti che infastidiscono, promesse non mantenute, complicità negate, frasi che feriscono e così via. Evitando di parlarne, non si fa altro che incamerare il disagio nell’archivio mentale delle “cose che non vanno”, dove si stratificano nel tempo i gesti che non abbiamo digerito e le emozioni ad essi associate. La sfida sta nell’esprimere adeguatamente questo disagio, frutto per lo più della naturale e inevitabile diversità che c’è tra due esseri umani, affinchè si possa creare un terreno comune su cui riflettere insieme.
2) Affrontate un problema per volta
Spesso, durante un litigio, si finisce per non sapere più né perché, né di cosa si sta discutendo. Se state litigando, è perché è successo qualcosa che ha scatenato la lite. Anche se è solo l’ultimo di una serie di problemi, è meglio discutere di un solo problema alla volta. Circoscrivere il problema può limitare il cosiddetto “effetto a cascata”, che consiste nel riportare alla luce una serie di questioni del passato, oppure nel fare riferimento ad altre persone (“sei come tua madre…”, “la mia amica mi ha detto che…”)
3) Dividete i problemi in micro-problemi
Quando si tratta di questioni complesse, può essere utile dividere il problema in micro-problemi”. Ad esempio, se il motivo di discussione è la scarsa collaborazione nelle faccende domestiche, si può parlare prima della spazzatura, poi della lavatrice e poi dell’ordine in casa. Così frammentato, il problema non sembrerà più così insormontabile e si troverà più facilmente una soluzione.
4) Uscite dalla logica vincere/perdere
l’obiettivo deve essere esprimere il proprio disappunto, non colpire l’altro per il gusto di farlo soffrire, magari vendicandovi per quello che vi ha fatto penare. Le critiche e il dito puntato contro fanno mettere sulla difensiva, allontanando la reale possibilità di risolvere la situazione. In una discussione si vince solo se si vince insieme (motto: vita tua, vita mea)
5) Ascoltatevi
Uno degli errori più comuni che si fa litigando è quello di essere convinti di avere ragione e non provare neanche a comprendere quali siano le motivazioni o il punto di vista della controparte. Anche se all’inizio potrà essere faticoso, provate a parlare uno alla volta, il più possibile con calma, e date per assunto che sia l’altro (e non voi) ad avere ragione. Ascoltate quello che l’altro vi sta dicendo, mettendovi nei suoi panni, facendogli delle domande precise che vi aiutino a capire profondamente le sue motivazioni. Vedendoci più chiaro, avrete davanti a voi un panorama molto più ampio di soluzioni e di comprensione reciproca.
6) Riconoscete ed esprimete in modo chiaro i vostri bisogni e i vostri errori
Essere capaci di riconoscere i propri bisogni e le proprie responsabilità, e comunicarli con chiarezza, è una grande conquista ed è indice di una profonda maturità affettiva.
7) Non date nulla per scontato
Per quanto possiamo conoscere a fondo una persona, non possiamo sapere sempre quello che sta pensando. È un atteggiamento che limita l’altra persona a come noi pensiamo di conoscerla, negando la sua libertà di esprimersi. Se si ha il dubbio che dietro quella tal frase ci sia un significato nascosto, meglio chiedere dei chiarimenti, senza supporre nulla.
8) Evitate frasi con sempre/mai
Frasi come “Sei sempre il solito/a” o “Non sei/fai/pensi mai…” sono altamente distruttive perché investono un individuo nella sua totalità e non in quella precisa situazione e riguardo a quel problema. Cercate invece di concentrarvi sulla situazione che ha scatenato la lite, senza generalizzare.
9) Partite da “IO”
provate a partire da voi stessi, in prima persona, manifestando ciò che provate, le vostre sensazioni. Invece di “tu sei, tu hai fatto”, provate a restringere il campo alla situazione che disturba, esprimendo esattamente come vi sentite e cosa ritenete sia giusto fare per modificare la situazione. Esempio: io mi sento… (descrivere le proprie emozioni) quando tu… (descrivere in modo chiaro cosa ci ha dato fastidio), perché… ( descrivere il motivo delle proprie emozioni) e quindi ti chiedo (fare una richiesta pertinente di modifica del comportamento fonte di malessere).
10) Disinnescate
se l’altra persona è troppo presa dalla rabbia per provare a ragionare con voi in modo funzionale, aspettate che sbollisca e, se necessario, abbandonate il campo. Non è un tirarsi indietro per paura, ma un disinnescare consapevolmente una spirale di ostilità che renderebbe impossibile la comunicazione.
Trasformare un litigio da scontro armato a scambio di idee è, dunque, un possibile antidoto alla rottura delle relazioni.
Una particolare attenzione a questo lavoro andrebbe posta a maggior ragione in alcune situazioni.
È il caso, ad esempio, di due coniugi che hanno la pessima abitudine di litigare davanti ai figli, una circostanza che non si dovrebbe mai verificare, e ancor di più quando i bambini sono molto piccoli. Vedere i genitori impegnati in discussioni fuori controllo, dai toni accesi e dalle parole pesanti, può destabilizzarli e avere gravi conseguenze sul loro sviluppo psichico e relazionale.
Esiste un’altra situazione molto delicata: litigare in gravidanza.
Molti studi di settore hanno dimostrato che tutto quello che la mamma sente e prova si ripercuote sul bambino che si trova nel suo grembo. Un litigio comporta una grande dose di stress, che a sua volta ha ripercussioni sulla produzione di ormoni. Le ricerche ci dicono che, se i genitori litigano spesso durante la gravidanza, il neonato ha molte più probabilità di nascere sotto peso e avrà una crescita più lenta.
Le conseguenze che i litigi possono avere sul bambino sono anche a lungo termine: è stato dimostrato che i piccoli che nascono da coppie che discutono violentemente hanno più probabilità di sviluppare problemi nella sfera emotiva (depressione, disturbi d’ansia).
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