VACCINI E PSICOLOGIA: GLI OSTACOLI DELLA NOSTRA MENTE

VACCINI E PSICOLOGIA:  GLI OSTACOLI DELLA NOSTRA MENTE

VACCINI E PSICOLOGIA: GLI OSTACOLI DELLA NOSTRA MENTE

Come prendiamo le decisioni?

Nessuno di noi decide esclusivamente sulla base di fatti e dati oggettivi.
Lo facciamo in modo in larga parte impulsivo ed emotivo.
A scoprirlo sono stati ben due Premi Nobel, Herbert Simon (1978) e Daniel Kahneman (2002).
Gli studiosi hanno dimostrato che, soprattutto quando dobbiamo decidere rapidamente, utilizziamo le cosiddette “euristiche mentali”, ovvero “scorciatoie di pensiero”.
Esse si basano su rappresentazioni semplificate della realtà per giungere ad una decisione più velocemente, senza dover reperire e analizzare tutte le informazioni.
Quando ci rendiamo conto che una delle nostre euristiche non funziona perché ci conduce all’errore, possiamo imparare dall’esperienza e raffinare meglio l’euristica (un po’ come le strade, se la scorciatoia che hai preso non ti porta più velocemente a casa, devi studiarne un’altra).
Quando invece, pur commettendo errori, restiamo fedeli alle nostre scorciatoie, trasformiamo l’euristica in un “bias cognitivo”, cioè una distorsione basata su convinzioni e preferenze personali e disancorata dalla realtà.
Se siamo consapevoli di noi stessi, riusciamo a capire quando stiamo sbagliando e ad integrare i nostri bisogni con i dati prevenienti dalla realtà; se invece abbiamo poca consapevolezza, rischiamo di usare scorciatoie errate e di prendere decisioni non in linea con la nostra salute e il nostro benessere.

Quali sono i principali ostacoli che rendono le persone contrarie alle vaccinazioni?

Si possono riassumere i blocchi mentali rispetto alla vaccinazione in quattro principali categorie. In genere le persone più ostili e resistenti alla vaccinazione usano una combinazione di più elementi.

1) La tendenza al pensiero cospiratorio

Secondo gli studi della psicologa statunitense Kendra Cherry , la propensione a credere nelle teorie della cospirazione è facilitata quando si mostrano carenze in alcune competenze trasversali (soft skills): scarsa capacità di analisi, abilità interpersonali inadeguate, bassa autostima, tendenza alla manipolazione, bassa tolleranza all’incertezza.
Le teorie del complotto offrono spiegazioni che permettono di uscire facilmente dall’incertezza e dall’incoerenza.
Una volta “sposate” queste teorie, interviene il cosiddetto “bias di conferma”. Chi usa questa scorciatoia mentale è naturalmente incline a cercare solo le informazioni che confermano le proprie convinzioni.
Un altro bias che di frequente interviene in questi casi è quello della reattanza. Un po’ come un adolescente, quando si percepisce un ordine, si risponde facendo esattamente il contrario, anche se questo è palesemente contrario al buon senso.
Le teorie del complotto sono accolte maggiormente dalle persone che si sentono in una posizione di inferiorità, oppure hanno sperimentato una qualche forma di esclusione sociale. Queste persone investono emotivamente nel credere all’unicità e la grandezza del proprio gruppo a discapito degli altri, percepiti come minacciosi. Vanno alla ricerca del “nemico comune”, del “persecutore”, che nel caso specifico è il personale sanitario o chi sta al potere.

2) La visione del mondo individualista

Alcuni credono che l’essere umano sia fondamentalmente motivato da interessi personali e che anche gli atti apparentemente altruistici siano in realtà una forma di egoismo.
Varie ricerche affermano che è possibile sollecitare o frenare l’altruismo. La consapevolezza dell’interdipendenza positiva tra gli individui agevola l’altruismo, la percezione di costi elevati o perdita di benessere personale invece li frena.

3) Bias di omissione

Di fronte ad una scelta percepita come rischiosa, quando siamo di fronte a due alternative, tra azione concreta (vaccinarsi) e omissione (non fare nulla), è stata osservata la tendenza a scegliere l’omissione, anche quando questa espone a rischi maggiori (prendere il virus e infettare i propri cari).

4) Fobie del sangue (emofobia) e degli aghi (belonefobia)

Secondo studi recenti, ne soffre circa il 10% della popolazione mondiale. Tuttavia, in molti casi le persone che ne soffrono riescono a gestire questa paura riuscendo quindi a fare vaccini, prelievi, epidurali etc.

Dopo questa panoramica, possiamo constatare che, nonostante esistano modi per prendere decisioni ragionevoli, i quattro elementi che impediscono di decidere in modo obiettivo a volte pesano davvero troppo.
Allora, cosa possiamo fare?
Lo scopriremo nel prossimo articolo!


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