VACCINI E PSICOLOGIA: COME DECIDERE IN FUNZIONE DELLA NOSTRA SALUTE?
Quali sono gli elementi che ci aiutano a prendere le decisioni in merito alla nostra salute? 1) Obbligatorietà Pensiamo a quanto rapidamente ci siamo abituati alle cinture di sicurezza in auto, al casco per scooter e moto. 2) Tempo per la decisione Ogni perturbazione delle nostre abitudini richiede tempo per essere metabolizzata. Ad alcuni bastano pochi giorni, ad altri servono anni! 3) Influenza del gruppo dei pari Tendiamo in genere a sottostimare la nostra suscettibilità alla pressione sociale, in realtà è sempre piuttosto elevata. 4) Comodità Se ciò che mi viene richiesto è facile, chiaro e non implica un particolare impegno da parte mia, riuscirò più facilmente a prendere la decisione. Ad esempio, se volessimo incrementare enormemente la donazione di organi, basterebbe invertire l’attuale procedura. Rendere la donazione di default, mentre chi non vuole donare deve esplicitare il suo dissenso. In tal modo si potrebbero raddoppiare se non triplicare il numero di persone donatrici di organi. 5) Beneficio o ricompensa immediata Ad esempio, smettere di fumare o perdere peso danno alcuni effetti positivi immediatamente percepibili, il chè aiuta ad attivare e mantenere i comportamenti orientati alla salute. 6) Fiducia nel sistema sanitario e nel governo
I fattori sono molteplici e si potenziano vicendevolmente tra di loro; più elementi sono presenti, più facilmente prenderò decisioni in funzione del mio benessere.
Come si può dunque intervenire?
La psicologa della Pennsylvania Gretchen Chapman ha individuato 3 grandi categorie di azioni che possono essere adottate per facilitare la decisione delle persone
1) Il messaggio
Fornire informazioni, chiare, complete, prendendo in considerazione le euristiche e i bias cognitivi.
Alcuni pensano che usando le “maniere forti” si ottengano più facilmente i risultati desiderati. Utilizzare messaggi basati sulla paura, invece, non è consigliabile. Spesso infatti tali comunicazioni causano l’effetto opposto di “chiusura a riccio”. I messaggi intimidatori funzionano solo quando si richiede inazione (ad esempio “stai a casa”), oppure quando l’azione indicata è davvero chiara e facile da compiere.
Un altro elemento da tenere nella giusta considerazione è l’euristica che Kahneman chiama framing effect. Essa si riferisce al cambiamento dell’atteggiamento specifico (sostegno o opposizione) in funzione di come la proposta viene presentata (cornice positiva o negativa).
Vediamo l’esempio che lo stesso Kahneman riporta su due ipotetici programmi di vaccino. Leggi le opzioni e rispondi di getto: tu quale opzione preferisci?
a) Il programma A salverà 200 persone. Il programma B ha 33% probabilità di salvare 600 persone e 66% di probabilità di non salvarne nessuna.
b) Il programma C darà 400 morti. Il programma D ha il 33% di probabilità che nessuno muoia, e il 66% di probabilità che 600 muoiano.
Si può prevedere che le persone preferiscano A nel I programma e D nel II programma. Ma i dati nei 2 programmi in realtà sono esattamente equivalenti.
2) Il gruppo
Tutti noi, chi più chi meno, abbiamo bisogno di sentirci parte di un gruppo. Il nostro essere “social” per natura ci spinge ad interessarci agli altri. Siamo spronati a fare qualcosa perché porta un beneficio alla collettività oppure, se l’altruismo scarseggia, è senz’altro presente un elevato livello di interesse per ciò che fanno gli altri, famosi e non. Lo psicologo Peter Collett di Oxford, anche consulente per il programma TV inglese Grande Fratello, ha spiegato l’enorme successo del programma anche come il risultato dell’intenso interesse che il pubblico ha per le vicende della vita di altre persone.
Questa tendenza è collegata al cosiddetto bias “effetto gregge”. Questo bias si fonda sulla credenza, non sempre errata, che la folla sappia cosa fare. Lo utilizziamo spesso all’uscita di cinema, teatri e stadi, quando dobbiamo dirigerci verso le uscite ma non sappiamo dove sono; istintivamente seguiamo la massa, confidando che ci guiderà nella giusta direzione.
Tenere informati tutti su chi sta facendo il vaccino e quanti stanno aderendo all’iniziativa è solitamente un buon escamotage per superare pigrizia e indifferenza.
3) La comodità
Facilitare l’accesso ai vaccini, non solo in termini economici, ma anche logistici ed organizzativi, emerge come il più potente degli interventi. Permettere la vaccinazione nelle farmacie presenti su tutto il territorio con un’ampia finestra temporale di apertura, nella propria scuola, nel proprio posto di lavoro, significa agevolare la vita delle persone e dare modo ad ognuno di gestire in modo semplice e in sicurezza la pratica della vaccinazione.
Con queste condizioni, si avranno davvero pochi appigli a cui aggrapparsi per screditare l’intera operazione. A questo punto non resterà che alzarsi la manica e procedere alla vaccinazione!
Credi che questo articolo ti possa essere utile? Vorresti approfondire alcuni temi o aggiungere altre considerazioni?
Scrivimi in privato all’indirizzo dott.silviadecarli@gmail.com.
Sarò lieta di potermi confrontare direttamente con te.